È scomparsa nel nulla l’impronta di un seno di donna, tratta da un corpo sepolto durante l’eruzione del 79 d.C. e ritrovato nella Villa di Diomede nel 1772, dove i detriti compatti permisero agli scavatori di vedere la figura intera della morta, le sue vesti e perfino i suoi capelli. L’unica parte che riuscirono a estrarre fu il seno, grazie al recupero dell’impronta lasciata dal corpo nella cenere indurita del flusso piroclastico, un’intuizione che anticipa il metodo rivoluzionario dei calchi in gesso messo a punto di Giuseppe Fiorelli un secolo dopo, che permetteva di ridare volume ai corpi, riproducendone l’atteggiamento dell’istante in cui furono sorpresi dalla morte, come la coppia abbracciata che compare in una scena di Viaggio in Italia (1953) di Roberto Rossellini.
Esposto dopo la sua estrazione nel vicino Museo di Portici, il seno divenne presto un’attrattiva che alimentò l’immaginazione di viaggiatori, letterati e artisti. Il romanzo Arria Marcella. Souvenir de Pompéi, scritto nel 1852 da Théophile Gautier, è incentrato sul frammento del seno, che affascina il giovane protagonista Octavien al punto da recarsi a visitare il luogo esatto in cui era stato trovato il calco, la Villa di Arrio Diomede. Per un misterioso sortilegio, Octavien viene trasportato indietro nel tempo e si ritrova nella città non ancora distrutta dal vulcano, dove incontra e s’innamora di Arria Marcella, la fanciulla a cui il seno appartiene, figlia di Diomede. La storia si conclude con un esorcismo compiuto dal padre indignato per il comportamento licenzioso della figlia, che richiude il varco temporale aperto dall’ossessione amorosa di Octavien per Arria, che torna a essere una fredda forma impressa nella cenere. Malgrado la sua celebrità, il calco scomparve nel nulla, e la sua memoria è affidata soltanto alla letteratura che esso ha ispirato. Un’ipotesi possibile è che una serie di test invasivi condotti da scienziati curiosi del XIX secolo abbia finito per danneggiarlo e distruggerlo. Tra gli ultimi ad averlo visto è il naturalista Arcangelo Scacchi il quale, con atteggiamento ormai freddamente positivista, e non senza ironia, nel 1843 scrisse: “mi fu mostrata un’irregolare impressione, che mi fu detto essere l’impressione di un seno muliebre; se non mi fosse stato detto, io non l’avrei certamente indovinato, e per cortesia mel credetti”.
Il punto di indagine 0010 è ubicato all’interno del Parco Archeologico di Pompei, in prossimità della Villa di Diomede, e più precisamente nel settore esterno a Porta Ercolano, dinanzi al portico situato lungo il versante nord-orientale della strada di via dei Sepolcri. La penultima bottega (n. 29), presso cui è stato ubicato il sondaggio, è stata identificata come il laboratorio di un vasaio, collegato ad altri ambienti di lavorazione.
Durante la campagna di scavo del 2015, condotta dagli archeologi francesi dell’Istituto “J. Bérard”, ad ovest delle botteghe sono state rinvenute tre sepolture del tipo a cassa di calcare del Sarno. I rinvenimenti mostravano evidenti rimaneggiamenti avvenuti tra XIX e XX secolo, periodi in cui l'area fu dapprima scavata e poi bombardata nel 1943, compromettendo definitivamente la stratigrafia più recente. Le sepolture, ad esempio, erano ricoperte da uno strato di argilla grigia con materiale recente (foglio di alluminio, filo spinato, ecc.). Questo strato poggia direttamente su un substrato limoso di colore marrone giallastro.
Il sondaggio 0010 intercetta, sino a -2.65 m dal piano campagna, una serie di livelli di terreno accumulati artificialmente (UUSS 2-6) di età contemporanea, da ricondurre agli interventi dei vecchi scavi e al bombardamento del 1943, a cui fecero seguito diversi interventi di sistemazione dell’area. Questi strati coprono una superficie antropica in terra battuta a -2.65 m dal piano di campagna (US 7); altri livelli di battuto si riscontrano a m -3 (US10) e m -3.5 (US 13). I livelli di battuto possono riferirsi alle diverse fasi d’uso di un asse stradale individuato a sud-est, in un saggio stratigrafico condotto nel 2016, grazie al quale è emerso che in una fase precedente Via dei Sepolcri aveva un orientamento diverso da quello attuale e probabilmente conforme ai sistemi di divisione agraria riscontrati nel territorio a nord di Pompei, ancora conservati negli orientamenti delle ville suburbane di Villa di Diomede e di Villa dei Misteri.
Al di sotto degli strati archeologici si riscontrano sino a -5 m dal piano campagna livelli di piroclastiti contenenti cristalli di leucite. Questo minerale, caratteristico del substrato vulcanico, suggerisce che la matrice dei depositi derivi dall’alterazione ed erosione del banco lavico.