ROTAS, OPERA, SATOR, AREPO, TENET: sono le cinque parole latine palindrome che compongono il Quadrato magico, un enigma dall’origine antichissima, un rompicapo per archeologi, epigrafisti, studiosi delle religioni, della matematica e dell’esoterismo di tutti i tempi. La peculiarità del Quadrato magico è che le parole in esso contenute sono palindrome anche se lette in senso verticale, dall’alto verso il basso e viceversa. Sorprendentemente, inoltre, tutte le lettere messe insieme e anagrammate formano due “Pater noster” incrociati, a cui si aggiungono due A e due O che, poste alle estremità della croce, rappresenterebbero due Alfa e Omega, il principio e la fine, secondo la tradizione contenuta nell’Apocalisse di Giovanni.
Sofisticato gioco di parole, talmente complicato da far ipotizzare un’ispirazione divina per la sua creazione, la sua soluzione costituisce tutt’ora un mistero. Intorno alla frase, oltre all’interpretazione cristologica, sono fiorite nel corso dei secoli le ipotesi più bizzarre: da mero gioco enigmistico, che traduce il testo latino con la frase “il contadino Arepo conduce l’aratro nei campi”, a formula alchemica, fino a parola d’ordine dei Templari. Anche la sua presenza a Pompei, dove il graffito è stato rinvenuto su una delle colonne della Palestra grande nel 1936 ed è il più antico esemplare di cui oggi siamo a conoscenza, costituisce un enigma. Il Quadrato magico potrebbe essere un simbolo cristiano criptato, usato per comunicare di nascosto, poiché il cristianesimo era allora segretamente praticato da una minoranza a Pompei, ma potrebbe anche essere legato alla tradizione dei culti misterici dionisiaci, che avevano il potere di far entrare gli iniziati in un mondo diverso da quello terrestre, o potrebbe essere infine attribuito al culto mitraico, leggendo nella scritta “Pater noster” un riferimento a Saturno, Sator, padre degli dèi. Le numerose interpretazioni non fanno che confermare la ricchezza di religioni e culture presenti nella Pompei antica dove probabilmente conviveva con la maggioranza di pagani una minoranza cristiana, ma anche una minoranza di ebrei, oltre alla presenza di alcuni culti misterici di importazione orientale, diffusi attraverso riti esoterici di iniziazione nel mondo romano.
Il sondaggio 0012 è ubicato all’interno del Parco Archeologico di Pompei, e più precisamente in prossimità dell’angolo sud-ovest del portico della Palestra Grande.
Il grande complesso edilizio si trova ad ovest dell’Anfiteatro e fu scavato negli anni ’30 del XX secolo. Dallo scavo archeologico si è compreso che per la sua costruzione il piano di calpestio venne ribassato di circa 1 m rispetto al piano di campagna circostante, lasciando alla quota originaria solo la parte dei portici, che occupano i lati settentrionale, occidentale e meridionale del complesso e sono scanditi da 118 colonne in laterizio con capitelli in tufo. Davanti ai portici erano presenti dei grandi platani, piantati al momento della realizzazione dell’edificio databile ad età augustea, di cui restano i calchi in gesso delle radici.
La stratigrafia campionata non restituisce alcuna evidenza archeologica di rilievo, confermando quanto già emerso dai dati di scavo, ovvero il ribassamento di circa 1 m della quota del piano di calpestio. Il sondaggio, spinto sino alla profondità di 5 m dal piano campagna, intercetta nei primi 0.25 m un accumulo artificiale con frammenti di laterizi e nuclei di calce, la cui parte sommitale rappresenta l’humus attuale. Al di sotto si intercetta una sequenza di ceneri rimaneggiate e umificate che si attesta a 1.53 m dal piano campagna, sui prodotti di eruzioni vesuviane protostoriche. Al di sotto, da 2.3 a 2.7 m si intercetta un paleosuolo ben umificato comunemente indicato come “paleosuolo B” che rappresenta un importante marker stratigrafico. La sua formazione deriva dalla pedogenizzazione dei prodotti alterati dall’eruzione vesuviana delle Pomici di Mercato avvenuta 8000 anni fa, di colore variabile dal bruno giallastro al grigio giallino. Infine, tra 3.4 e 5 m di profondità, si intercettano cineriti rimaneggiate, umificate nei 0.20 m sommitali.