Codice

0011

Sito

Villa Sora

Date

09.10.2018

Regione

Pompei

Città

Napoli

Stato

Italia

Profondità

5 mt

Coordinate

40° 46' 40.59" N 14° 22' 29.66" E

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Tra i ruderi di case diroccate abusive, alle spalle del cimitero municipale, nascosta dai capannoni delle serre usate per la fioricultura e oltre il sottopassaggio ferroviario che conduce al mare sulla litoranea di Torre del Greco, si può scorgere ciò che resta del maestoso complesso architettonico suburbano di Villa Sora, delle sue terrazze degradanti verso il mare e dei giardini, delle terme e dei ninfei. Villa Sora, che sorge nell’omonima contrada, era un complesso spettacolare e possedeva una decorazione tanto raffinata di affreschi e intarsi marmorei da far supporre che fosse una proprietà imperiale. Databile tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C., quando la costa del golfo di Napoli era uno splendore di lusso e architetture greco-romane, la Villa originariamente si sviluppava su un’ampia superficie e su un’altezza di tre piani, di cui oggi è visitabile solo quello intermedio, il resto fu distrutto dalle eruzioni del Vesuvio nel 79 d. C. e nel 1805. La scoperta di resti antichi risale al Seicento, quando furono recuperati manufatti di grandissimo pregio, quali il rilievo marmoreo con Orfeo, Hermes e Euridice conservato oggi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli e la statua del Satiro versante, al Museo Archeologico Regionale Antonio Salinas di Palermo. I rinvenimenti e le espropriazioni del sito proseguirono in epoca borbonica, e nel XIX secolo, quando la Villa fu danneggiata dalla costruzione della ferrovia che segue la linea di costa e che la attraversa. L'ingombrante presenza della linea ferroviaria ha causato non pochi danni, provocando lesioni, distacchi, sollevamenti della pellicola pittorica degli affreschi, dovuti alla vicinanza del mare e alle scosse provocate dal passaggio dei treni. Se già nel 1974 il Gruppo Archeologico si occupa del sito, nel 1989 avviene il primo scavo regolare, tuttavia non sufficiente a metterlo in sicurezza per arrestarne il degrado e l’incuria, che continua fino ai nostri giorni, nonostante i provvedimenti presi. Nel 2004 Villa Sora si presentava completamente invasa dalla spazzatura, utilizzata come discarica abusiva, e solo un anno dopo è stata ripulita e diserbata, fino alla sostituzione e all’ampliamento della vecchia recinzione per garantire una maggiore protezione alle strutture dell’intero complesso. La Villa sorge infatti in un'area molto singolare situata alle spalle del cimitero cittadino e dove, per accedervi, è necessario attraversare un'area a uso privato dominata dall'evidente abuso edilizio perpetuato per decenni. Oltre alle casupole ormai in disuso, è singolare la dominante presenza di serre agricole adibite alla coltivazione dei garofani, tra le più floride in Campania, e destinate all'esportazione dei medesimi fiori in tutta Italia. I fiori prodotti, in origine di colore bianco, vengono sovente dipinti di rosso per incontrare maggiormente le esigenze del mercato e giungere a Sanremo, sul più famoso palco canoro d'Italia. Nonostante l'abuso edilizio, l'ex passato di discarica, la sua collocazione tra la ferrovia e il cimitero, oltre alla difficoltà di raggiungerla a causa delle strada dismessa che serpeggia tra una serra di garofani e l'altra, il sito è oggi oggetto di nuovi studi specifici che affiancano alle azioni in situ una campagna di recupero dei disiecta membra, per restituire a Torre del Greco la sua preziosa testimonianza classica.


Villa Sora era probabilmente parte di un'enorme complesso residenziale che si affacciava sul mare, e ancora oggi si trova lungo la fascia litoranea di Torre del Greco, separata dal mare dalla prospiciente linea ferroviaria e dai depositi sabbiosi della spiaggia attuale. Nei pressi di Villa Sora, la fascia litoranea è caratterizzata dalla presenza di una falesia interamente modellata nei prodotti piroclastici dal flusso dell’eruzione del 79 d.C., cui seguono verso l’alto sporadicamente vulcanoclastiti di epoche più recenti.

Le strutture romane di Villa Sora, sepolte dai prodotti dell’eruzione del 79 d.C., si impostano su una successione di depositi piroclastici relativi ad eventi eruttivi più antichi, separati da superfici di erosione. 

I resti della villa furono danneggiati, nel 1842, dalla costruzione della linea ferroviaria per Torre Annunziata. Fu esplorata per la prima volta in epoca borbonica nel 1741-42 e successivamente tra il 1797 ed il 1798. Nel 1828 fu eseguita una pianta dei ruderi dal Bonucci. Nuovi saggi sono stati realizzati dalla Soprintendenza Archeologica di Pompei tra il 1989 ed il 1992 ed hanno portato alla luce una serie di importanti ambienti residenziali affrescati in III e IV Stile.

Il complesso era probabilmente strutturato su diversi livelli digradanti verso il mare. Alcuni pavimenti sovrapposti e muri addossati a pareti dipinte indicano chiaramente la presenza di diverse fasi, mentre i materiali ceramici recuperati in loco, frammenti di affreschi in II Stile e di pavimenti tardo repubblicani, fanno ipotizzare una datazione per la sua costruzione nel secondo quarto del I sec. a.C.

Le indagini che nel corso dei decenni si sono succedute nell’area del complesso di Villa Sora hanno restituito importanti reperti appartenenti al suo arredo. Già nel 1796 gli scavi furono intrapresi proprio a seguito di insistenti notizie su ritrovamenti effettuati da clandestini nell’area della villa. Nel 1797 furono scoperte la statua in marmo di un satiro versante e la statua in bronzo di Ercole con la Cerva cerinite, oggi conservati presso il museo di Palermo, insieme ad affreschi a soggetto teatrale sempre provenienti dalla villa. Secondo la ricostruzione di Lucia Scatozza, da Villa Sora verrebbe anche il celebre rilievo in marmo con Hermes, Orfeo ed Euridice, replica d’età augustea di un originale d’ambiente fidiaco, oggi conservato nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

Dopo che l’eruzione ebbe seppellito la villa è probabile che, ad alcuni decenni di distanza dall’eruzione del 79 d.C., delle persone siano tornate a vivere in quest’area. Nei livelli alti di Villa Sora lo scavo ha portato alla luce una necropoli composta da tombe a cappuccina ed in anfora databili tra il V e VI secolo d.C. Al periodo tra la fine del II e l’inizio del III sec. d.C. risale inoltre un’ara marmorea in cui è citato un boschetto sacro a Giove, rinvenuta nel sito della villa e reimpiegata in strutture più tarde, databili in base ai reperti ceramici al IV sec. d.C., che attestano chiaramente una rioccupazione dell’area.

Il sondaggio 0011 è stato spinto fino a 5 m dal piano campagna e posizionato a est del complesso della villa visibile e coperto da una tettoia metallica in una zona a ridosso del portico scavato in età borbonica e rappresentato in pianta da Tommaso Sarto.

Il sondaggio ha probabilmente intaccato un settore già interessato da scavi, pertanto sono stati intercettati strati con materiale moderno sino a -2.6 m dal piano di campagna. Anche gli strati sottostanti mostrano rimescolamenti (accumuli, scivolamenti di stratigrafia) sino a -4.1 dal piano di campagna.

Da -4.1 a -5 m è stato intercettato un paleosuolo che purtroppo non presenta elementi utili alla datazione.