Codice

0009

Sito

Torre di Mercurio

Date

05.10.2018

Regione

Pompei

Città

Napoli

Stato

Italia

Profondità

7 mt

Coordinate

40° 45' 10.63" N 14° 28' 58.76" E

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Diversi segni di difficile decifrazione sono iscritti su alcuni blocchi di tufo presenti in tratti di mura a Pompei: asterischi, triangoli contrapposti, brevi linee che si incrociano a formare tridenti. Si tratta di marche di cava costituite da simboli grafici incomprensibili poiché non trovano riscontro con le lettere di alfabeti conosciuti e allora utilizzati, e per interpretarli è necessario trovare una chiave di lettura alternativa, costruire un sistema semantico autonomo. Una possibile interpretazione di questi segni è stata avanzata associando le marche di cava alla raffigurazione in forma stilizzata degli strumenti utilizzati dalle diverse maestranze, come se il simbolo fosse una réclame dell’impresa che, invece di ricorrere a nomi, sigle e monogrammi, sintetizzasse in una forma semplice gli strumenti del mestiere, richiamando con immediatezza le attività artigianali connesse con l’edilizia. Qualcosa di non troppo lontano dal moderno logo, che ha per soggetto gli utensili da lavoro utilizzati da tagliapietre e muratori. L’asterisco sembra rimandare alla groma con fili di piombo; la forma a tridente a diverse tipologie di olivelle; la marca a doppio triangolo contrapposto alla doppia ascia. Questi segni evocano scene quotidiane di un’operosa Pompei, dove l’edilizia era all’avanguardia: la prima cupola nota in opera cementizia è quella delle Terme Stabiane, datata al secondo decennio del I sec. a.C., mentre diffusa fin dal III secolo a.C. era l’opus craticium, un precoce esempio di sistema costruttivo antisismico. L’opus craticium prefigura la “casa baraccata”, e consiste in un graticcio ligneo formato da pali verticali e travi di sostegno o correnti orizzontali con un riempimento costituito da opus incertum. Quando nel 1784, il governo Borbonico emanò le “Istruzioni reali”, un regolamento edilizio antisismico da attuare nelle nuove edificazioni nel sud Italia, si ispirò proprio al sistema costruttivo in uso secoli prima a Pompei.


Dal punto di vista geologico, il sondaggio 0009 è ubicato in corrispondenza della sovrapposizione tra il relitto occidentale della caldera del vulcano della Civita e l’orlo dell’edificio vulcanico di Via Stabia. 

Sotto l’aspetto archeologico, il sondaggio è posizionato all’esterno delle mura settentrionali, a nord-est della Torre XI nella numerazione delle torri poste lungo le mura della città, detta anche Torre di Mercurio, in un settore dove è stata interrotta l’indagine di scavo archeologico.

La torre di Mercurio, databile all’età sillana, presenta una struttura quadrangolare a tre piani e merlata sulla sommità. Significative indagini stratigrafiche in questo settore hanno indagato le diverse fasi costruttive delle mura e individuato, in particolar modo, la fase arcaica della fortificazione pompeiana realizzata in “pappamonte”(tufo).

La stratigrafia del sondaggio 0009 rileva, nella porzione più superficiale, un livello spesso circa 1.5 m di materiale accumulato in tempi recenti.

Al di sotto di tale strato si intercetta una sequenza di strati archeologici che documentano alcune superfici compattate e di modesto spessore: in particolare si segnalano livelli di battuto a -1.5 (US 2), a -2.15 (US 4), a -2.7 (US 6), a -3.25 (US 8) e a -4 m (US 11). I livelli di terreno compattato o dal passaggio antropico o dall’esposizione alle acque superficiali, non presentano elementi di datazione archeologica e sono intercalati da accumuli artificiali contenenti materiali non datanti, principalmente relativi a resti di strutture edilizie in disfacimento. Unica eccezione è rappresentata dall’accumulo di terreno intercettato tra 1.6 e 2.15 m (US 3) contenente un frammento di Dressel 2/4, databile genericamente tra il I sec. a.C. e il I sec. d.C.. 

La sequenza di accumuli naturali e artificiali è attestata sino ad una quota di m -6 m (US 15) dal piano di campagna attuale: la considerevole profondità della stratigrafia archeologica lascia supporre la presenza di un fossato che potrebbe essere funzionale ad una delle fasi del sistema difensivo pompeiano.

Al di sotto, tra -6 e -6.4 m di profondità dal piano campagna si intercettano cineriti grigie con scorie nere riferibili ad uno degli eventi eruttivi vesuviani protostorici, poggianti su un paleosuolo con pomici bianche intercettato fino al termine del sondaggio.